Simona è una bimba che quando la incontri per strada, anche se ti conosce, si nasconde sotto la gonna della mamma. Non ti saluta, non ti rivolge parola. Ti guarda a mala pena con la coda dell’occhio. Però ti guarda. Eccome.

Simona ha 6 anni e quello che odia di più della scuola è l’ora di ginnastica. Sembra strano ma è così. Tutti i suoi amichetti giocano con la palla, lei ne ha paura. Ha paura di venire colpita e farsi male. Non è brava a prendere la palla al volo e in realtà è un po’ impacciata anche nei giochi di salti e in qualche altra cosa. Quando comincia a fare un gioco motorio o prova a sperimentarsi in uno sport, si stanca subito e preferisce sedersi osservando gli amici a distanza. in disparte

Questa è Simona, o per lo meno è una delle tante, tantissime “Simona” o “Francesco” che ho incontrato nei miei anni di lavoro.

Se questa storia vi risuona o riconoscete nei vostri bimbi alcune delle azioni della nostra Simona, allora questo articolo fa al caso vostro.

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C’è un collegamento tra impaccio motorio e timidezza?

Decisamente si!

Nei miei articoli parlo spesso del collegamento tra il corpo, l’esperienza dell’azione e del movimento. In genere ne parlo riferito a neonati oppure a bambini della scuola dell’infanzia, questo non vuole assolutamente dire che crescendo questo collegamento perda di importanza o di valore. Anzi!

Ad ogni età il corpo continua ad avere una valenza fondamentale nell’acquisizione di informazioni, attraverso l’esperienza, ma anche nel racconto di qualche cosa che riguarda noi a chi ci sta osservando.

Dobbiamo immaginare che il corpo sia il leggero vestito che tiene insieme e nasconde, o più spesso inconsapevolmente mostra, le nostre emozioni alla vista di uno sguardo esterno.

Simona dentro al suo corpo quasi si nasconde, potesse piegarcisi dentro lo farebbe!

Il corpo, si sa, ci mette in relazione con gli altri e fa in modo che gli altri ci vedano. Ma se noi non volessimo essere visti, perché troppo timidi o insicuri, allora questo corpo cercheremmo di tenerlo a bada per evitare che ci metta sotto gli occhi della gente.

In questo modo i bimbi che, come Simona, si sentono un po’ timidi ed insicuri, tenderanno a stare in disparte e a preferire giochi statici in cui occupano poco spazio e hanno meno possibilità di essere osservati. Inevitabilmente il loro non sarà un corpo che avrà fatto molta esperienza: avrà saltato, corso, rotolato ed inciampato poco. Sarà un corpo che continuerà a sentirsi, in questo circolo chiuso e vizioso, sempre più incerto e insicuro. Dal punto di vista tonico energetico sarà un corpo (un bambino) che cercherà di dar poco nell’occhio cercando di mantenere un livello energetico basso.

Quello che può venir definito come impaccio motorio è, di sovente, direttamente collegato con l’aspetto più timido e insicuro del nostro carattere, proprio perché l’uno viene influenzato dall’altro.

Impaccio motorio e timidezza sono, quindi, due aspetti della stessa medaglia. Una medaglia che porta inciso sopra la parte più profonda del nostro carattere.

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Come aiutare i bimbi o le bimbe come Simona? amiche

Senza forzature, mostrando loro che li abbiamo compresi, che rispettiamo i loro tempi e il loro bisogno di acquisire sicurezze e, soprattutto, dando loro la possibilità di sperimentarsi in situazioni facilitanti, in contesti non agonistici e non troppo affollati. Creando per loro attività pomeridiane con un paio di amici alla volta in modo da dare loro la possibilità di allenare le loro emozioni e le loro certezze in contesti per loro più sicuri.

Se questo articolo vi è stato utile e avete sperimentato alcune delle strategie suggerite, oppure ne avete provate altre: raccontatemelo!

La vostra esperienza potrà essere utile ad altri genitori!